Restauro bambola in composizione, primi 1900

OGGETTO

Bambola in composizione, vestito originale in organza.
Altezza: 60cm
Epoca: inizio 1900

“Le bambole in composizione rimpiazzarono le bambole in bisque sul mercato agli’inizi del XX secolo. Le aziende di fabbricazione americane di bambole lo consideravano molto più resistente rispetto al biscuit. Il nuovo materiale per teste di bambole, assieme alla Prima Guerra Mondiale, contribuì a ridimensionare l’industria delle bambole tedesca, a favore di quella americana, ormai protagonista assoluta sul mercato.
La composizione è, generalmente, una miscela di colla e segatura. Più pesante e più densa della cartapesta, la composizione è facilmente modellabile ed è quindi un materiale eccellente per realizzare teste di bambola.
Questo materiale era già in uso da molti anni per creare corpi di bambole, approssimativamente dalla fine del 1870, molto prima che fosse ampiamente usata per fabbricarne le teste.
Poiché il materiale di cui è fatta una testa di bambola determina il tipo di bambola, solo bambole con teste fatte di composizione vengono chiamate bambole di composizione.”
Fonte
Storia delle bambole

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Restauro testa di bambola in biscuit Simon&Halbig

OGGETTO

Testa di bambola in biscuit tedesca, occhi mobili in vetro, bocca aperta.
Altezza: 15cm
Epoca: fine 1800
Simon & Halbig, Germania

“Simon & Halbig.
1870-1925. Grafenhain presso Ohrdruf, Thur. Specializzati in teste di bambola. Fabbricarono pure le tutto-biscuits, teste di compositon e di celluloide.
Alcune teste di raffinata fattura, con capelli modellati e spalle in un sol pezzo col capo, marchiate S.H. risalgono al 1870.

Spesso le bambole Edison avevano teste Simon & Halbig verso il 1889. Nel 1870 vennero registrati vari brevetti per il movimento degli occhi. Nel 1891 e 1893 la ditta ottenne altri brevetti relativi a miglioramenti apportati a tali movimenti. Nel 1895 Carl Halbig era elencato come proprietario dell’azienda: ciò starebbe a significare che a quel tempo Simon si era ritirato.
Nel 1905 C. Halbig ottenne un brevetto per occhi che si potevano muovere orizzontalmente da destra a sinistra e viceversa, nonchè chiudersi: il movimento era dato da un solo contrappeso.
Parecchie teste Simon & Halbig erano usate da fabbricanti di bambole tra questi Kammer & Reinhardt, Heinrich Handwerck, Bawo & Dotter; questo spiega l’esistenza su alcune teste di altri nomi unitamente al marchio di Simon & Halbig.”

Brano tratto da Pupeide. Discorso intorno alla bambola Copertina rigida – 1973
di Adelina Rauccio Brovarone

La storia di Simon & Halbig
Wikipedia (inglese) 
Doll Reference.com (inglese)
Sito di collezionismo (in tedesco)

Per rivivere l’affascinante mondo delle bambole antiche, visita il Museo della Bambola e del Giocattolo alla Rocca di Angera

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Restauro pilone votivo Vigliano Biellese

OGGETTO

Pilone votivo raffigurante Madonna che poggia i piedi su di un serpente posato sul mondo; realizzazione con pittura a terzo fuoco su piastrelle in ceramica.
Intorno ha una cornice in pietra.
Davanti al pilone c’è una fontana a colonna in ghisa verde.
Altezza 200cm circa

Il pilone è situato nel comune di Vigliano Biellese, nel quartiere di Sobrano. L’effige della Madonna è molto venerata dagli abitanti del quartiere che quotidianamente portano fiori che depongono ai suoi piedi.
L’opera è stata realizzata intorno agli anni 1940 dalla Marchesa Incisa su piastrelle fornite dalla ditta Guido Rey di Ronco Biellese.
“Di quel periodo è d’obbligo ricordare un’opera cara ai fedeli devoti della Madonna del paese di Vigliano Biellese.

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Restauro estetico Pitociu Castellamonte

OGGETTO

Pitociu, statua in terracotta smaltata raffigurante omino gobbo con cappello e pipa.
Altezza: 60 cm
Provenienza dalle fornaci di Castellamonte, seconda decade del 1800.
Pitociu: statua caricaturale.

“Questa produzione è stata realizzata solo a Castellamonte per la felice intuizione di artisti che al di là dell’inventiva avevano anche una buona dose di fantasia e di spirito critico. Infatti queste statue nascono inizialmente come un accessorio tecnico alla realizzazione dei comignoli: si trattava di collocare sopra al piano del comignolo un oggetto pesante che impedisse al vento forte delle nostre vallate di scalzarlo e scaraventarlo a terra. Sino alla terza decade dell’800 si usavano per questa necessità tecnica degli oggetti a forma di pigna, palla o fiamma di peso oscillante tra i 45 e gli 80Kg/cad. a seconda dell’ampiezza del piano del comignolo, tutti rigorosamente in terracotta.

Nel 1830 uno dei nostri artisti-artigiani stufo di creare i soliti oggetti pensò a fare una sorpresa al suo amico, maestro di scuola G. Ciafrei, e lo riprodusse in scala mutandolo in uno gnomo con fattezze somigliantissime. La sorpresa fu tanta che molti cittadini castellamontesi si fecero ritrarre creando una galleria di personaggi realmente esistiti con nome e cognome e tutti originali in pezzo unico realizzati preso la fabbrica di G. Buscaglione – Allaira.
Questi oggetti sono chiamati dai castellamontesi “Pitociu”.
Catalogo “La statuaria” Casa Museo Famiglia Allaira

Casa museo famiglia Allaira

Mostra della Ceramica di Castellamonte

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Restauro estetico piatto Vedova Besio e Figlio

OGGETTO

Piatto in maiolica Vedova Besio e Figlio con decorazione floreale policroma nel cavetto e decorazione blu a stampini sulla falda.

Diametro: 20cm
Epoca: metà 1800
Manifattura Vedova Besio e Figlio, Mondovì.

“Giuseppe Besio affittò nel 1841 un setificio dismesso in Piandellavalle, lungo la Via delle Concerie, e lo trasformò in fabbrica di terraglia. Ne fu sfrattato nel 1850 dal proprietario Magliano, che iniziò lui stesso la produzione, per poi affittare la fabbrica nel 1859 alla società Montefameglio & Luscaris. Dopo una lunga vertenza giudiziaria, nel 1867 Giuseppe Besio ottenne l’aggiudicazione degli stabili. Alla sua morte (1884) la fabbrica fu ereditata dalla seconda moglie Anna Massimino e gestita come “Vedova Besio & Figlio”. Travolta dalla crisi del 1929, l’azienda fu acquistata da una società presieduta del banchiere monregalese Moisé Ettore Levi, che ne affidò la direzione al figlio, Marco Levi. Questi la condusse fino alla chiusura, nel 1979.” ( Da Museo delle Ceramiche di Mondovì)

Informazioni sui marchi su  Archivio della Ceramica
Il sito della manifattura attuale, Besio

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Restauro conservativo tulipaniera Savona

OGGETTO

Tulipaniera, vaso da fiori in maiolica composto da tre corpi globulari distinti sovrapposti ,di dimensioni decrescenti dal basso all’alto. Ogni corpo globulare presenta dei fori.  Decorazione bianca e blu con soggetti paesaggistici e figure.

Altezza: 60 cm diametro base:16 cm

Manifattura: Savona, marchio Gallo nella base in bruno manganese.

Epoca : metà 1800, rifacimento di maiolica settecentesca.
Sito del MUSE, Museo della Ceramica di Savona

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Restauro estetico Acquasantiera in maiolica

OGGETTO
Acquasantiera in maiolica con semplici decorazioni in azzurro e arancione.
H:18cm, Largh:8cm
Epoca: metà XVIII sec, provenienza biellese.

L’acquasantiera è un recipiente di forme e materiali diversi (ceramica, marmo, pietra, argento, ottone, avorio) destinato a contenere acqua benedetta. L’uso di un vaso in cui conservare l’acqua santa venne reso obbligatorio da Papa Leone IV (IX secolo), ma i primi esemplari di acquasantiera risalgono al X secolo.
Nel corso del Medioevo, l’acquasantiera diventò un accessorio fisso della chiesa, o come elemento architettonico a sé stante, o come vasca sporgente da un pilastro o dalla parete stessa. A partire dal XIII sec. assunse caratteri di sempre maggiore ricchezza e monumentalità che raggiunsero il culmine, col Barocco, nelle famose acquasantiere di G. L. Bernini in San Pietro.
Oggetto devozionale, si trova fino alla metà del 1900 in tutte le case.

A Pettinengo (BI) c’è il MUSA – Museo della sacralità dell’acqua e degli acquasantini” in cui è esposta la collezione di oltre 850 acquasantini appartenuta a Sergio Trivero e donata al DocBi dal canonico Angelo Stefano Bessone.

Edito da DocBi, Centro Studi Biellesi “Centoquarantaquattromila segnati.  Una collezione di acquasantini”.

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Restauro conservativo di vaso Gualdo Tadino a lustro

OGGETTO
Grande vaso con coperchio in maiolica dipinta con soggetto naturalistico
H:90cm, diam:35cm
Firma: “Gualdo Tadino F. Rubboli”

“Gualdo Tadino F. Rubboli” nasce intorno al 1870 a Gualdo Tadino, ad opera del ceramista pesarese Paolo Rubboli (1838-1890): una manifattura per la produzione di stoviglierie e piatti da parata decorati a lustro.
Nel corso degli anni, la realizzazione di tradizionali ceramiche gualdesi a riflessi metallici ottiene un grande successo e le ceramiche realizzate dai Rubboli sono vendute in Italia ed esportate in tutto il mondo.
Nel 1920 la manifattura cambia la ragione sociale in “Società Ceramica Umbra”
Nel 1931 la “S.C.U.” viene sciolta e Lorenzo ed Alberto fondano la “Maiolica a Riflessi Lorenzo ed Alberto Rubboli”.
La manifattura è tutt’oggi attiva, con la denominazione “Eredi Rubboli”, sotto la gestione delle figlie di Edda, Emanuela e Cristina Baldassini e della figlia di Laura, Cinzia Monsignori.

FONTI
Archivio ceramica
Rubboli Arte

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