OGGETTO
Testa di bambola in biscuit tedesca, occhi mobili in vetro, bocca aperta.
Altezza: 15cm
Epoca: fine 1800
Simon & Halbig, Germania
“Simon & Halbig.
1870-1925. Grafenhain presso Ohrdruf, Thur. Specializzati in teste di bambola. Fabbricarono pure le tutto-biscuits, teste di compositon e di celluloide.
Alcune teste di raffinata fattura, con capelli modellati e spalle in un sol pezzo col capo, marchiate S.H. risalgono al 1870.
Spesso le bambole Edison avevano teste Simon & Halbig verso il 1889. Nel 1870 vennero registrati vari brevetti per il movimento degli occhi. Nel 1891 e 1893 la ditta ottenne altri brevetti relativi a miglioramenti apportati a tali movimenti. Nel 1895 Carl Halbig era elencato come proprietario dell’azienda: ciò starebbe a significare che a quel tempo Simon si era ritirato.
Nel 1905 C. Halbig ottenne un brevetto per occhi che si potevano muovere orizzontalmente da destra a sinistra e viceversa, nonchè chiudersi: il movimento era dato da un solo contrappeso.
Parecchie teste Simon & Halbig erano usate da fabbricanti di bambole tra questi Kammer & Reinhardt, Heinrich Handwerck, Bawo & Dotter; questo spiega l’esistenza su alcune teste di altri nomi unitamente al marchio di Simon & Halbig.”
Brano tratto da Pupeide. Discorso intorno alla bambola Copertina rigida – 1973
di Adelina Rauccio Brovarone
La storia di Simon & Halbig
Wikipedia (inglese)
Doll Reference.com (inglese)
Sito di collezionismo (in tedesco)
Per rivivere l’affascinante mondo delle bambole antiche, visita il Museo della Bambola e del Giocattolo alla Rocca di Angera
STATO DI CONSERVAZIONE
La testa è rotta in parecchi frammenti, più grandi e alcuni molto piccoli.
RESTAURO
La testa mi è stata consegnata subito dopo la caduta, quindi con le crepe in assenza di colla residua. Vista la natura non porosa del biscuit e a fronte anche dei piccoli frammenti, ho incollato la testa con colla cianoacrilato Mastina. Dopo l’incollaggio ho evidenziato piccole parti mancanti che ho ricostruito con gesso duro bianco da ortodonzia. Ho eseguito le stuccature prima con stucco riempitivo in pasta e, in seguito, con stucco duro finale di mia composizione.
Dopo accurata carteggiatura, ho ripreso la colorazione mancante con colori ad areografo. In seguito, a pennello e spugnatura, ho ricreato le naturali sfumature dell’incarnato.
Il restauro ha implicato anche ritocchi di ciglia e sopracciglia, eseguiti a pennello con colori acrilici all’acqua. Verniciatura finale con vernice mat ad aerografo.
CONSIDERAZIONI FINALI
Come riporre un’opera che si è rotta prima di consegnarla al restauratore?
Consiglio di richiudere tutti I frammenti dentro a una scatola, avvolgendo un pezzo alla volta in carta scottex. I piccoli frammenti devono invece essere messi dentro a un sacchetto di plastica, piccolo, così da non perderli.
Il tempo per portarla dal restauratore dipende dalle disponibilità del cliente ma in questo modo il pezzo è salvo e protetto. Consiglio di non provare a incollare I pezzi e lasciare al restauratore il proprio mestiere. Cosa non fare?
Non usare lo scotch di plastica per valutare autonomamente se ci sono tutti I pezzi: anche dopo solo pochi giorni lo scotch si fonde e aderisce sulla ceramica. Può lasciare macchie che poi saranno molto difficili da eliminare.
Non provare ad incollarlo. Lo so, ci sentiamo tutti bravi tuttofare, ma troppo spesso mi trovo di fronte ad opere incollate per metà e ferme perché alcuni frammenti non riescono più ad entrare al loro posto. Ci vuole una logica nell’incollare I pezzi uno dopo l’altro, e anche se sembra facile e intuitivo, non lo è.
Esistono poi in commercio tantissime colle, tutte diverse tra loro, adatte a vari tipi di materiali, con tempi di asciugatura differenti e con solventi differenti. Trovarsi con le dita incollate non è proprio il massimo e nemmeno lo è trovare l’oggetto scollato dopo pochi giorni. Lo so, può sembrare tutto troppo rigoroso, ma vi confesso che mi arrivano in laboratorio oggetti già incollati male (spesso con l’Attak) ai quali devo cercare di mettere una pezza: non sempre tutte le colle sono reversibili, non sempre si riesce a staccare I pezzi mal incollati e pulirli. Purtroppo alle volte le colle usate danneggiano in maniera irreversibile gli oggetti, con macchie, solchi, perdite di materiale. Di prassi scollo I vecchi restauri perchè non sapendo la colla usata non posso rischiare che si stacchino dopo poco dal mio intervento. E poi pulisco la colla rimasta, le macchie. Questo tempo è comunque tempo lavorativo che
devo mettere nel preventivo e quindi nel costo totale del lavoro: meglio quindi
riporlo subito dentro a una scatola appena rotto, non trovate?